Comunità Energetiche Rinnovabili: da qui parte la transizione energetica

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Sommario

Attivo dall’estate 2023 l’osservatorio ENEA che aiuta le Comunità Energetiche Rinnovabili a formarsi legalmente e rendersi indipendenti energeticamente

In altri articoli ho trattato i temi dell’energia dalle maree, dell’energia eolica e della dissalazione sostenibile; questi sono tutti settori in rapido sviluppo, che necessitano quindi di nuovo personale qualificato: si è parlato anche di loro, cioè dei rispettivi professionisti che lavorano nel settore delle rinnovabili, nell’articolo a loro dedicato

Ma per realizzare tutto ciò, per poter ambire ad una rapida ed efficace transizione energetica, serve innanzitutto una cooperazione attiva tra i vari enti pubblici e privati, tra cittadini, imprese ed amministrazioni, nell’agevolare questo cambiamento di rotta e rendere l’energia pulita alla portata di tutti.

 

Comunità Energetiche Rinnovabili

Per far fronte a questa necessità, da decenni esistono le cosiddette CER, Comunità Energetiche Rinnovabili: queste sono delle associazioni di cittadini, enti pubblici ed imprese che si riuniscono legalmente sotto uno stesso cappello, per generare, gestire e distribuire energia da impianti energetici rinnovabili, con lo scopo di condividerla con altri soci della comunità, traendone vantaggi da un punto di vista economico e sociale, ma soprattutto ambientale. A livello legislativo, le CER sono regolamentate dalla Direttiva UE 2018/2001, che stabilisce gli obiettivi da raggiungere nel 2030 circa la quota di energia verde, fissati al 32% sul computo finale lordo dell’UE.

Per introdurre questa tematica estremamente ampia, è bene definire prima di tutto il ruolo del “prosumer”: derivato dall’unione dei due termini inglesi producer (produttore) e consumer (consumatore), il prosumer è colui che, nello stesso tempo, consuma e produce attivamente energia pulita. Generalmente il prosumer possiede un proprio impianto di produzione energetica, dal quale ne ricava una quota da consumare. La restante quota di energia non viene sprecata, ma può essere immessa in una rete comune, scambiata con altri consumatori prossimi al prosumer o anche conservata in un apposito sistema e riutilizzata in un secondo momento. Dunque, i prosumer sono protagonisti attivi nella gestione e nella produzione di energia, godendo di una maggiore autonomia e di benefici economici

Come detto prima, questo tipo di produzione/consumo (in inglese prosumption) è molto conveniente all’interno di una comunità energetica: oltre a fornire energia rinnovabile a prezzi accessibili ai propri soci, la comunità energetica, con tutti i suoi membri, si libera di fatto dai vari vincoli legali e di profitto economico che esistono in una società energetica tradizionale. Tutto questo permette al prosumer di contribuire attivamente alla transizione energetica e promuovere lo sviluppo delle fonti rinnovabili, ricevendo anche bollette meno care.

 

Le Comunità Energetiche Rinnovabili in Italia

In Italia, nonostante non esista una legge specifica che si occupi di questa tematica, la regolamentazione in materia di autoconsumo collettivo e comunità energetiche rinnovabili avviene con l’articolo 42-bis, inserito nel Decreto Milleproroghe 162/2019 (convertito nella legge n. 8/2020 in 29 febbraio 2020). A settembre 2023, in Italia sono attive circa 54 comunità di autoconsumo (17 CER e 37 gruppi di autoconsumo collettivo, e quasi un centinaio sono quelle che hanno fatto richiesta di riconoscimento). Complessivamente, la potenza di questi gruppi è di circa 1,5 GW, con la stragrande maggioranza degli impianti attivi nel Nord Italia. Nel 2030, secondo gli obiettivi nazionali, le CER dovrebbero arrivare a toccare la quota di 7 GW.

Storicamente, la prima Comunità Energetica Rinnovabile (nonostante non avesse questa denominazione) in Italia è stata la FUNES, nata nei primi anni ‘20 in Alto Adige con il nome di “Società Elettrica Santa Maddalena”. Tutt’ora, l’energia elettrica che utilizza nel territorio viene prodotta da tre centrali idroelettriche (San Pietro 775 kW, Meles 2.698 kW e Santa Maddalena 225 kW), da un impianto fotovoltaico (170 kW) e da due impianti a biomassa (1.100 kW e 700 kW). La valle, 100% alimentata da energia da fonte rinnovabile, è uno dei luoghi italiani più puliti ed ecosostenibili; inoltre, l’energia in eccesso che non viene consumata, viene immessa nella rete nazionale e i ricavi sono reinvestiti nello stesso territorio, trasformandosi in sconti in bolletta o in investimenti per nuovi impianti.

Ci sono decine di ulteriori esempi attuali di CER, alcune ancora in fase di sviluppo e altre già sviluppate:

In Piemonte, si trova dal 2014 la Comunità Energetica Pinerolese, incentivata dal Consorzio Pinerolo Energia in collaborazione con ACEA, l’azienda Pinerolese Industriale e il Comune di Scalenghe. La CER dispone di 146 impianti, che genereranno circa 16,9 GWh l’anno. L’energia pulita sarà prodotta da un impianto di energia idroelettrica capace di produrre 450 kW (simile a quanto realizzato in Alto Adige), da un impianto a biogas e da 144 impianti fotovoltaici privati.

A Milano troviamo la cooperativa ÈNOSTRA, sorta nel 2014 per fornire energia rinnovabile a famiglie, imprese e organizzazioni del terzo settore. Al momento è in grado di servire 969 utenze, di cui 922 soci, tramite 5 impianti fotovoltaici della provincia di Cuneo (400 kW totali) e un impianto fotovoltaico da 99 kW situato nel comune di Sorbolo.

In Emilia-Romagna è iniziato il progetto GeCO, che prevede entro fine 2023, la creazione di una comunità energetica nella zona di Pilastro-Roveri, in provincia di Bologna. L’area di realizzazione del progetto comprende una zona residenziale di 7.500 abitanti e un’area industriale di oltre 1 milione di mq. Il progetto prevede la creazione di 8 impianti da fonti rinnovabili associati a sistemi di accumulo, che puntano a toccare una potenza complessiva di 15mila kW. Il progetto è promosso dall’Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile, ENEA e l’Università di Bologna, con la partecipazione di cittadini, associazioni locali e imprese e co-finanziato del fondo europeo EIT Climate-KIC.

Anche al sud, si trovano altri esempi di rilievo, come la CER del Comune di Biccari, in provincia di Foggia, che conta già oltre 200 kW di pannelli fotovoltaici installati su edifici pubblici. L’amministrazione intende procedere alla creazione di una comunità energetica rinnovabile grazie anche alla collaborazione con la Cooperativa Energetica milanese ÈNOSTRA.                                        

A Napoli è sorta la Comunità Energetica e Solidale di Napoli Est, situata nel quartiere popolare di San Giovanni a Teduccio. Un progetto con un investimento di 100mila euro, finanziato da molteplici enti, tra cui Legambiente, e dalla comunità locale a favore di 40 famiglie con disagi sociali. Il progetto prevede l’utilizzo di un impianto fotovoltaico da 53 kW capace di produrre circa 65mila kWh annui di energia elettrica, a fronte di un risparmio economico di circa 300mila euro in 25 anni. 

In provincia di Siracusa, il Comune di Ferla in collaborazione con l’Università di Catania, hanno dato vita a Common Light, una Comunità Energetica Rinnovabile che coinvolge sia cittadini sia imprese locali e si alimenta con un impianto fotovoltaico da 20 kW.

 

L’Osservatorio ENEA per lo sviluppo delle CER

Dunque, come mostrato nel precedente paragrafo, le CER in Italia sono in rapidissimo sviluppo, ma sono ancora quasi tutte in una fase poco più che di esordio; per velocizzare e favorire il processo di creazione, ENEA, tra i suoi molteplici progetti, ha dato il via ad un osservatorio dedicato a questa tematica. 

L’Osservatorio ENEA è stato creato con l’obiettivo di aiutare e guidare le amministrazioni locali e i cittadini nella progettazione, nella realizzazione e nella gestione di una comunità energetica rinnovabile, tramite un supporto attivo da un punto di vista dell’aspetto economico, regolatorio e amministrativo, dell’acquisizione e della gestione di dati e di informazione al pubblico. Presentato per la prima volta alla Fiera di Rimini il 24 marzo 2023, l’Osservatorio Enea è stato ospite ad un evento di Milano, il 13 giugno 2023, organizzato in collaborazione con Anci Lombardia, Energia Media e Mce, che ha permesso di iniziare un nuovo confronto su policy, strumenti, standard e normative per aumentare conoscenza e consapevolezza riguardo le tematiche delle CER.                    

Oltre all’Osservatorio, ENEA supporta le istituzioni anche per quanto riguarda la definizione degli aspetti tecnici e tecnologici dei bandi di finanziamento riguardanti la promozione e la diffusione delle CER a livello nazionale

 

 

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Giorgio Comanzo

Giorgio Comanzo, 20 anni Studente del corso di "Comunicazione d'Impresa e Ufficio Stampa 4.0" della Fondazione ITS Servizi alle Imprese. Amante della natura, dello sport e delle tecnologie In redazione è creativo, versatile, determinato e allegro.

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