Energy manager: la professione del futuro che serve nel presente

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La figura dell’energy manager, cruciale per la gestione sostenibile dell’energia nelle aziende, è sempre più richiesta in Italia, dove mancano 340 mila professionisti nel settore elettrico. Questo ruolo è fondamentale per la diagnosi energetica, la gestione dei consumi e lo sviluppo di progetti tecnologici, rendendolo obbligatorio in molti contesti industriali. La formazione per diventare energy manager avviene attraverso percorsi universitari, master e corsi degli ITS, che rispondono alle esigenze del mercato del lavoro.
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Sommario

La Chiave per la Gestione Sostenibile

Sono 340 mila i posti di lavoro mancanti nel campo dell’elettricità in Italia: in particolare, una figura di rilievo che fa sentire la sua mancanza è il cosiddetto energy manager, il professionista della gestione sostenibile dell’energia nelle aziende. 

In un mondo in continua evoluzione, in piena transizione energetica e digitale e che, nel mentre, attraversa uno sviluppo tecnologico senza pari in termini di rapidità e complessità, c’è bisogno di nuove figure professionali, capaci di interpretare e gestire le nuove risorse che vengono introdotte dalla tecnologia. Le aziende, in questa situazione di rapido cambiamento, devono necessariamente pensare in chiave sostenibile: la gestione dell’energia e lo sviluppo di sistemi energetici da fonti rinnovabili devono essere affidati ad un professionista qualificato, che sappia spendere le proprie competenze in termini tecnici ed ingegneristici. 

 

Di cosa si occupa l’energy manager

Tra i vari compiti affidati all’energy manager ci sono: l’elaborazione delle diagnosi energetiche, utile per definire il profilo energetico dei consumi di un determinato edificio, impianto industriale o commerciale; la gestione dei consumi e degli interventi energetici; la gestione dei progetti di evoluzione tecnologica; l’instaurazione delle buone pratiche energetiche, utile per formare i dipendenti e gli utilizzatori di impianti energetici all’interno di una società; l’ottimizzazione delle forniture energetiche; la gestione dell’aspetto finanziario e burocratico, tra cui spicca la gestione dei cosiddetti “certificati bianchi”, ovvero dei titoli che attestano il risparmio energetico conseguito realizzando specifici interventi.

Insomma, l’energy manager esercita realmente una serie di funzioni ed attività strategiche ed operative di notevole valenza: per questo motivo, in moltissimi Paesi (tra cui anche l’Italia), la figura è diventata obbligatoria all’interno di alcuni contesti industriali e commerciali nei quali l’utilizzo dell’energia ha un peso rilevante.

Energy manager in Italia

Al momento, in Italia la figura dell’energy manager è per legge obbligatoria per tutti gli enti, pubblici e privati, che superino 10.000 tonnellate equivalenti di petrolio; in questa lista si possono trovare: 

  • le persone fisiche (es. titolari di imprese individuali);
  • le persone giuridiche (es. associazioni, fondazioni, società per azioni ecc.);
  • enti pubblici (es. Comuni, Province, Aziende sanitarie locali, Istituti popolari territoriali per l’edilizia residenziale, Aziende speciali degli enti locali, ecc.);
  • altri soggetti privi di personalità giuridica (es. associazioni non riconosciute, società semplici, irregolari o di fatto, comprensori, consorzi, ecc.) 

A livello di riconoscimento giuridico, questa figura è regolamentata dalla LEGGE 10/1991 e ulteriormente definita da un punto di vista del profilo professionale, dalla CIRCOLARE DEL 18 DICEMBRE 2014, entrambe redatte dal Ministero dello Sviluppo Economico (oggi Ministero delle Imprese e del Made in Italy). Nell’ambito della raccolta e della gestione delle nomine, invece, l’ente responsabile è la FEDERAZIONE ITALIANA PER L’USO RAZIONALE DELL’ENERGIA – FIRE. 

Con la circolare del 2014, è stato definito anche il ruolo dell’EGE (esperto in gestione energetica): questa è una figura professionale moderna ed interdisciplinare, che lavora nel nuovo mercato europeo dell’energia, basato su principi quali la liberalizzazione dei mercati, le misure energetiche e ambientali. L’EGE, dunque, è un professionista capace di interpretare i cambiamenti economici e sociali che hanno interessato il campo dell’energia, che hanno modificato l’equilibrio degli interessi tra consumatori, fornitori di energia, gestori di rete ed Energy Service Company. L’EGE è spesso un energy manager, che sceglie di accrescere le proprie competenze circa la gestione energetica con altre competenze più specifiche riguardanti la sostenibilità. 

Per ulteriori informazioni, per conoscere più approfonditamente questa figura innovativa, consigliamo di consultare la PAGINA apposita della FIRE

Il ruolo degli ITS

Per quanto riguarda la formazione dell’energy manager, i percorsi disponibili sono svariati: la via spesso percorsa è la formazione universitaria (ingegneria con indirizzi energetici), o i master dedicati all’efficienza energetica ed alle fonti rinnovabili.

Ma non c’è solo l’università: esistono anche molteplici corsi di formazione, pubblici e privati, che si impegnano a creare nuovi professionisti della gestione energetica sostenibile, tra questi assumono particolare rilievo  quelli offerti dalle Fondazioni ITS che si occupano della materia energetica; percorsi interamente finanziati dalle Regioni e dal Mur.

Nel centro Italia sono presenti due esempi: uno è il corsoENERGY MANAGER 23: TECNICO SUPERIORE PER LE COMUNITÀ ENERGETICHE RINNOVABILI NELLE SMART CITY” dell’Istituto Tecnico Superiore Energia e Ambiente, con sede a Siena, Firenze e Arezzo. L’altro, è il corso “ENERGY MANAGER: TECNICO SUPERIORE PER L’EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI IMPIANTI”, della Fondazione ITS Efficienza Energetica dell’Aquila.

Spostandosi a nord, si trova anche il corso “ENERGY MANAGER 4.0: TECNICO SUPERIORE PER LA GESTIONE E VERIFICA DI IMPIANTI ENERGETICI”, dell’ITS Red Academy, con sede a Padova e Verona, e il corso “ENERGY MANAGER” dell’ITS Energia Piemonte, con sede a Torino.

Ancora una volta, dunque, la formazione degli Istituti Tecnici Superiori si dimostra fortemente all’avanguardia e soprattutto, si rivela capace di seguire attentamente le esigenze delle aziende e del mercato del lavoro in generale, coniugandole con le aspettative e gli interessi dei giovani.

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Giorgio Comanzo

Giorgio Comanzo, 20 anni Studente del corso di "Comunicazione d'Impresa e Ufficio Stampa 4.0" della Fondazione ITS Servizi alle Imprese. Amante della natura, dello sport e delle tecnologie In redazione è creativo, versatile, determinato e allegro.

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