Transizione ecologica Le possibili strategie riguardo alla crisi energetica

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Dove prendere l’energia, quali fonti sfruttare per mandare avanti le industrie, scaldarci e illuminare le nostre case?  La situazione attuale ci sta mostrando che siamo di fronte ora più che mai ad un evidente problema strategico. In questo periodo complesso e critico è arrivato il momento di recidere il legame con le fonti fossili, per costruire un sistema energetico rinnovabile, pulito e sicuro per tutti. L’obiettivo primario dovrebbe essere quello di investire immediatamente sulle fonti rinnovabili. Energie sicure, pulite e competitive, che in poco tempo ci porterebbero a ridurre sensibilmente la dipendenza energetica alle fonti fossili, abbassando per di più i costi.

Le rinnovabili sono l’unica soluzione in grado di garantire sicurezza energetica, un minore impatto ambientale e climatico ma anche una convenienza economica, soprattutto in quei paesi come l’Italia dove è possibile sfruttare più facilmente le fonti energetiche derivate dal sole, dal vento e dal mare.
Si parla tanto di transizione ecologica come l’occasione unica e concreta per migliorare la qualità della vita. Questa deve diventare una scelta che non si può più rinviare, in quanto secondo gli scienziati “l’inferno climatico” è il destino a cui andremo incontro se continueremo a bruciare fonti fossili.

La crisi energetica è in corso da mesi e l’Unione Europea si è resa conto della propria debolezza dal punto di vista energetico e della sua dipendenza da altri Stati del mondo e questa emergenza ha evidenziato soprattutto il ritardo nello sviluppo di fonti energetiche alternative e rinnovabili. Ad evidenziare la necessità imminente di una transizione verde è anche il piano RePowerEu, presentato dalla Commissione Europea. L’Unione Europea importa il 90% del gas che consuma e di questo oltre il 40% proviene dalla Russia, insieme al 27% delle importazioni di petrolio e al 46% di carbone, da cui deriva l’imminente necessità di una transizione rapida verso l’energia pulita. 

Nel rapporto si prevede di ridurre entro fine anno dell’80% la dipendenza europea dai combustibili fossili russi, fino a eliminarla completamente entro il 2030. La diversificazione degli approvvigionamenti, l’efficientamento energetico, l’impulso alla transizione verso le fonti rinnovabili, l’accelerazione dei processi di risparmio energetico ed elettrificazione sono alla base della strategia comunitaria. L’UE aspira a ridurre anche le emissioni di gas ed a divenire neutra a livello climatico entro il 2050. In questa prospettiva, l’energia rinnovabile offshore potrebbe aiutare a raggiungere questi obiettivi generando circa un quarto del fabbisogno energetico necessario all’UE nel 2050, principalmente attraverso impianti di energia eolica. Per accelerarne lo sviluppo, già nel 2020 la Commissione ha pubblicato una nuova strategia per le energie rinnovabili offshore che punta a moltiplicare di cinque volte la loro capacità entro il 2030 e di trenta volte entro il 2050.

Il mix efficiente di energia oceanica sostenibile dovrebbe includere non solo i parchi eolici galleggianti, ma anche le energie emergenti come l’energia termica e l’energia del moto ondoso e delle maree. Si può quindi comprendere l’apporto che la blue economy può fornire al raggiungimento degli obiettivi posti dall’Unione Europea con il Green Deal.

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